Hai trent’anni e con il tuo compagno sapete di volere un bambino ma, allo stesso tempo, avete bisogno di ritardare la gravidanza? Va benissimo ma fatelo consapevolmente.
Oggi è normale procrastinare la ricerca della gravidanza; perché, spesso, intorno ai trent’anni le posizioni lavorative e, talvolta, sentimentali sono ancora in fase di stabilizzazione. In tal caso, però, è bene agire consapevolmente, ovvero senza dare per scontato che nel giro di un paio o più d’anni la ricerca di una gravidanza possa avvenire in modo semplice e naturale.
Decidere consapevolmente
Per essere sicuri e procrastinare il concepimento serenamente, la cosa migliore è acquisire contezza dello stato della propria riserva ovarica, per poter anche prendere eventuali provvedimenti in caso i risultati lo richiedano.
AMH: l’ormone Antimulleriano
Oggi, la valutazione della riserva ovarica si può eseguire molto semplicemente attraverso un prelievo del sangue volto ad esaminare il valore dell’AMH: l’ormone Antimulleriano.
Questo esame si può considerare come il parametro più attendibile per valutare lo stato della riserva ovarica e, quindi, della propria fertilità. Il test può essere effettuato in un qualsiasi momento del ciclo.
Amh e Social Freezing
Quindi il consiglio importante, data la facilità di esecuzione dell’esame, è quello di decidere, in base ai risultati emersi, se procrastinare la gravidanza naturalmente oppure, consultandovi ovviamente con il vostro specialista in PMA di riferimento, accedere a una tecnica di preservazione della fertilità con un congelamento ovocitario.
Il social freezing
In questi casi, il procedimento consigliato è il congelamento ovocitario, conosciuto anche come social freezing, pratica molto diffusa all’estero che, ultimamente, si sta diffondendo anche nel nostro paese.
Il social freezing consiste nel conservare i propri ovociti, crioconservandoli a temperature bassissime, per poterli utilizzare in futuro per la ricerca di una gravidanza attraverso una tecnica di fecondazione assistita, come la FIVET o l’ICSI.
In particolare, il risultato si ottiene sottoponendo le cellule ad alte concentrazioni di sostanze chiamate crioprotettori e ad un altissima velocità di congelamento. I crioprotettori sono sostanze che si sostituiscono all’acqua presente e proteggono la cellula dalle basse temperature dell’azoto liquido in cui vengono immerse.
Il Trattamento
Dopo aver svolto tutti gli esami richiesti dal suo medico di riferimento, specializzato nel campo della PMA, la paziente viene sottoposta a visita completa, al termine della quale la dottoressa stabilirà le modalità della stimolazione ovarica.
La stimolazione ovarica
La stimolazione ovarica avviene tramite assunzione di specifici farmaci da parte della paziente, volti ad indurre l’ovaio a produrre un numero adeguato di follicoli.
La risposta ovarica viene monitorata mediante ecografia (monitoraggio ecografico). In media, una stimolazione ormonale dura 10 giorni.
Una volta che l’ovaio è pronto si procede al prelievo ovocitario. Operazione che si svolge presso un centro di fecondazione assistita attrezzato a trattare e congelare gli ovociti.
L’intervento:
Il prelievo avviene in sedazione, senza alcun dolore per la paziente. Il medico, sotto guida ecografica, aspira i follicoli che all’interno contengono gli ovociti. Tali ovociti vengono poi congelati nel laboratorio di embriologa e stoccati a -197 °.
Nel complesso l’operazione non dura oltre i dieci minuti e prevede una degenza brevissima con permanenza della paziente in ambiente protetto per due, tre ore.