L’ecografia morfologica viene eseguita dalla 20 alla 23 settimana di gestazione ed è, assieme all’ecografia del primo trimestre, il controllo più importante e complesso di tutta la gravidanza. Questa ecografia viene detta morfologica appunto perché è destinata a studiare la morfologia del feto per escludere, o accertare, la presenza di malformazioni.
La si esegue in questo periodo specifico per due ragioni:
Il feto è nelle migliori condizioni per essere studiato, in quanto il rapporto fra le dimensioni del feto e la quantità di liquido amniotico è ottimale. Dopo tale epoca la Legge non permette l’interruzione della gravidanza anche se il feto è affetto da gravi malformazioni. Oltre lo studio della anatomia fetale, in questa fase è possibile la valutazione doppler delle arterie uterine per identificare precocemente i casi a rischio di sviluppare una gestosi nel III trimestre.
L’ecografia morfologica a fini puramente conoscitivi può essere eseguita anche più tardivamente ed è comunque utile.
Qualora infatti si identificassero patologie malformative potrebbe risultare determinante fare nascere il bambino in strutture particolarmente attrezzate allo scopo. È ben noto infatti che le prime ore di vita e le prime cure sono spesso determinanti per il destino del bambino.
In alcuni casi selezionati (alto rischio malformativo, precedente nato con anomalia), può essere utile eseguire l’esame morfologico tra 16 e 18 settimane (pre-morfologica). Tale indagine non sostituisce l’ecografia morfologica, ma può servire ad anticipare i tempi della diagnosi. Ciò consente alla coppia di approfondire il quadro diagnostico con eventuali esami genetici, i quali richiedono sempre dei tempi più o meno lunghi, come ad esempio il cariotipo fetale, l’ array-CGH, e il DNA fetale su sangue materno.
Come facilmente si può comprendere tale esame dipende in misura quasi totale dall’esperienza e dalla capacità dell’operatore unitamente all’impiego di un ecografo di qualità elevatissima. Nonostante ciò non tutti i quadri patologici sono diagnosticabili in utero, e ciò dipende anche dall’ecogenicità della paziente (nelle pazienti magre la visibilità è decisamente migliore rispetto alle pazienti robuste), dalla quantità di liquido amniotico e dalla posizione fetale.
Si può comunque affermare che se l’esame viene eseguito a regola d’arte la maggior parte dei problemi malformativi può essere identificata.