Uno dei principali problemi relativi all’endometriosi è la difficoltà di diagnosi: troppo spesso, si giunge alla diagnosi corretta dopo innumerevoli cicli o addirittura anni, in quanto i crescenti dolori associati al ciclo mestruale vengono considerati fisiologici o associati ad altre patologie.

Ananmnesi

Risulta essenziale sia una accurata anamnesi della paziente, volta a valutare la presenza, la qualità e l’intensità della sintomatologia, sia una mirata e attenta visita ginecologica e, chi si occupa di tale patologia, sa come e dove andare a cercare quei segni di endometriosi pelvica, prima che la malattia raggiunga uno stadio avanzato

CA125

Il Ca125 è il marcatore che viene più spesso eseguito nel sospetto di endometriosi, non è specifico tuttavia di questa patologia, in quanto può aumentare in molte altre condizioni (tumori ovarici, pancreatite, gravidanza, infezioni pelviche, ecc,) che possono determinare irritazione peritoneale. Il Ca125 è meno attendibile negli stadi iniziali della malattia, mentre il suo valore diagnostico aumenta negli stadi più avanzati e nel follow-up delle pazienti operate. É fisiologicamente più elevato in fase mestruale, per cui va dosato lontano dalle mestruazioni.

Imaging

L’accertamento diagnostico gold standard è la laparoscopia, che permette una visione diretta dell’addome e un prelievo per l’esame istologico. Tuttavia, oggi l’indagine cardine nella diagnostica non invasiva della endometriosi è la ecografia transvaginale 2D/3D, che presenta un’elevata accuratezza diagnostica, sia per la forma ovari­ca della malattia che per le altre localizzazioni intrapelvi­che, comprese le localizzazioni rettali. In taluni casi o in ragazze virgo può essere adoperata la ecografia transrettale. Altre tecniche radiologiche ed endoscopiche, come ad esempio la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), il Clisma opaco a doppio contrasto e l’Urografia endovenosa o UroTC – UroRMN, possono rappresentare valide metodiche di au­silio.

La RMN viene oggi richiesta specialmente nel sospetto di lesioni addominali alte, che non possono essere diagnosticate con la ecografia transvaginale. Il clisma opaco, pur mostrando una buona accuratezza nella valutazione di una stenosi intestinale, non risulta superiore all’ecografia transvaginale, non riuscendo a valutare con esattezza la profondità di infiltrazione.

La colonscopia non rappresenta una metodica utile perché la maggior parte delle lesioni non infiltra la mucosa intestinale e pertanto il suo utilizzo è limitato a quei casi dubbi in cui debba essere posta una diagnosi differenziale con patologie gastrointe­stinali infiammatorie o maligne. L’urografia e l’uro-TC con mezzo di contrasto, possono risultare utili nella valutazione del parenchima renale e delle vie escretrici, in caso di ureteronefrosi.